«Noi prendiamo letteralmente per mano il paziente, fino alla guarigione. Le mani di Tea ora possono di nuovo operare gli occhi dei pazienti. Questa è la cura: percorsi diversi che si intersecano per lo stesso motivo, il benessere delle persone».

Tea Giobbio e Giorgio Matteo Berto

Chi si prende cura di chi si prende cura? A quale medico si rivolge un medico? Da chi si fa operare chi è solito operare? A volte la risposta a tutte queste domande si trova in casa, addirittura in un ambulatorio distante meno di trenta passi: «Sono caduta in montagna un sabato sera d’agosto e mi sono fatta male a un polso: non potevo scegliere posto, ora e periodo peggiori», racconta col solito sorriso incorniciato dalla criniera leonina la dottoressa Tea Giobbio, oculista della squadra diretta dal dottor Claudio Panico. In suo soccorso, prima per telefono e poi in sala operatoria, è intervenuto il dottor Giorgio Matteo Berto, chirurgo della mano, responsabile dell’ambulatorio che, al secondo piano dell’ospedale, si affaccia proprio sul corridoio diretto verso gli studi oculistici.

Il dotto Berto e tutti gli specialisti del Centro di Chirurgia della mano sono letteralmente abituati a “prendere per mano” i pazienti fino alla loro completa guarigione. «Visita, diagnosi, eventuale intervento, fisioterapia. C’è una figura di riferimento che segue il paziente fin dall’inizio – conferma il dottor Berto -. Fa la differenza perché in questo modo possiamo sempre avere il pieno controllo del percorso di cura del malato, senza mai “abbandonarlo” all’esterno per rivederlo dopo chissà quanto tempo e chissà in quali condizioni».

Il polso e la mano della dottoressa Giobbio sono rapidamente tornati a posto e hanno consentito all’oculista di riprendere in fretta l’attività in sala operatoria. «Essere curata da un collega dello stesso ospedale è stata una fortuna che mi ha fatto pensare ancor di più alla natura di questo ospedale – spiega la dottoressa -. Al nostro arrivo in Gradenigo, io e i miei colleghi oculisti siamo rimasti molto sorpresi dalle tante parole di benvenuto ricevute da persone completamente sconosciute. Erano quelle abituate da sempre a rivolgersi al “loro” ospedale per i problemi dei loro occhi. Quasi come un “negozio di zona”, al quale ti rivolgi perché sai che troverai ciò che ti serve. È una dimensione particolare, molto bella, avvertibile in tutte le persone che ogni giorno entrano nei nostri ambulatori».

 

Dottoressa TEA GIOBBIO, oculista

Dottor GIORGIO MATTEO BERTO, chirurgo della mano