«Sono arrivato in Italia nel 1979 e ho cominciato a frequentare il Gradenigo nel 1993, medico volontario con borsa di studio. Dopo tanti anni, questo ospedale è come casa mia e io cerco di fare bene il mio lavoro, sorretto dal progresso continuo della medicina».

Mohammad Ayoubi Khajekini

Quel volto sereno arriva da molto lontano e da ben ventotto anni si prende cura dei pazienti di quest’ospedale. Quel volto appartiene al dottor Mohammad Ayoubi Khajekini, per tutti il “dottor Ayoubi”, da pronunciarsi come se fosse una parola unica, musicale ed evocativa della sua terra d’origine.

Il dottor Ayoubi è il responsabile della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Humanitas Gradenigo. Lavora in quest’ospedale dal 1993, ma è nato in Iran, paese che ha lasciato nel 1979 per venire a studiare in Italia: «Ho cominciato da Perugia e dalla sua Università per stranieri – racconta -, ho completato tutti i cicli di lingua italiana e sono stato trasferito a Catania, dove mi sono laureato e specializzato». Nella città etnea, il dottor Ayoubi ha anche conosciuto colei che sarebbe diventata sua moglie e con lei, dopo aver vinto un concorso da guardia medica a Ciriè, ha lasciato la Sicilia per il Piemonte: «Ho cominciato a frequentare il Gradenigo nel 1993, medico volontario con borsa di studio – aggiunge -. Abitavo a Fossano, facevo le mie otto notti mensili di guardia medica a Ciriè e proseguivo dritto per l’ospedale, già in quegli anni importante Centro di riferimento per l’Endoscopia, diagnostica e interventistica, sotto la guida del dottor Lorenzo Bonardi».

Era un Gradenigo assai diverso da quello attuale («Il Pronto soccorso era aperto solo di giorno ed era diretto dal dottor Kefalas, ginecologo greco»). Soprattutto, l’ospedale era gestito dalle suore vincenziane, quelle che nel ’95 hanno poi assunto il dottor Ayoubi: «Con loro mi sono trovato sempre bene, al punto da essere diventato nel tempo il loro endoscopista di fiducia, anche nei casi di emergenza. Persone meravigliose, disponibili e molto aperte: come lasciano intuire il mio nome e cognome, non sono cristiano, ma loro non mi hanno mai fatto pesare nulla e quando mi sono sposato in chiesa, perché mia moglie è cattolica, c’era anche una loro rappresentanza. Abbiamo passato tanti anni insieme e quando è stato il momento di cedere la mano si sono preoccupate di lasciare l’ospedale in mani sicure: “Abbiamo trovato chi si comporterà bene con voi”, ci aveva tranquillizzato Suor Raffaella dopo l’accordo con Humanitas».

In corsia, il dottor Ayoubi ha sempre osservato il mantra della fiducia: «Se il medico sta vicino al paziente, quest’ultimo si fida e diventa più tranquillo e collaborativo in ogni situazione». Anche quelle più gravi: «Vediamo molti pazienti per il trattamento palliativo di tumori dell’apparato digerente. Per tutti loro, ogni giorno è un giorno in più: per loro che sono malati e per i loro parenti che se ne prendono cura. Ogni giorno è un giorno in più: noi dobbiamo comprenderlo e tenerlo presente».
«Dopo tanti anni, questo ospedale è come casa mia: io cerco di fare bene il mio lavoro, sorretto dal progresso continuo della medicina che il nostro Centro accoglie con attenzione. Il Covid ci ha fermato solo nell’aprile 2020, dopodiché abbiamo anche svolto il compito di prevenzione del tumore del colon retto che altri ospedali, per motivi organizzativi legati alla pandemia, avevano dovuto rallentare o sospendere. È stata una prova impegnativa che ha visto tutta la popolazione di Humanitas Gradenigo dare ben più del cento per cento. Se scegli un lavoro come il nostro ti deve piacere: può significare maggiore responsabilità, ma vale sempre la pena di farlo». Un lavoro e un ospedale da vivere come se fossero una cosa unica, parola del dottor Ayoubi.

Dottor MOHAMMAD AYOUBI KHAJEKINI, responsabile Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva