«Dobbiamo partire dall’uomo, che prima di essere paziente è persona. Il suo mondo e la sua rete sociale sono il punto di partenza per arrivare alla cura».

Giorgio Carbone

 

Ci sono storie di cura che partono da molto lontano, nel tempo e nello spazio. Storie che si fondono l’una con l’altra fino a diventare un tutt’uno inestricabile. Storie che legano un medico, un ospedale e un territorio. Il dottor Giorgio Carbone lavora al Gradenigo dal 1996 e il prossimo settembre festeggerà le nozze d’argento con l’ospedale che, parole sue, ha: «Scelto di pancia, come quasi tutte le decisioni importanti della mia vita». Lavorava alle Molinette ed era in procinto di trasferirsi al San Giovanni Bosco, ma una telefonata ricevuta mentre si trovava su una spiaggia di Alghero gli aveva fatto cambiare idea. «L’ospedale apriva il suo Pronto soccorso e le suore vincenziane cercavano un giovane medico che avesse voglia di rendersi disponibile a creare da zero la cultura della medicina d’urgenza». Detto fatto. Pioniere della ventilazione non invasiva («Sono stato il primo medico d’urgenza a praticarla in Italia»), il dottor Carbone è diventato ciò che gli era stato chiesto: il “suo” Pronto soccorso ha cominciato suturando le ferite degli artigiani di Vanchiglia ed è via via cresciuto fino a risultare tra i più frequentati di Torino (oggi conta circa 45mila passaggi l’anno).

«Il mio cuore è da medico d’urgenza, io sono un medico d’urgenza», ripete con orgoglio spalancando gli occhi verdi che ne colorano il carisma. Perché Giorgio Carbone è un medico da fiction televisiva ante litteram: di quelli che parlano col paziente e i suoi familiari, di quelli ai quali affideresti subito i tuoi affetti più cari, di quelli che stanno bene in trincea come in tribuna autorità. La prima ondata del Covid-19 l’ha sorpreso e costretto al ricovero in un letto del suo reparto, la seconda l’ha ritrovato sulla tolda di comando e alla terza ha riservato un significativo benvenuto vaccinandosi per primo nel suo ospedale.

Esperienze da volontario in Africa («Eritrea, Kenya, Uganda e soprattutto Congo: non lo dimenticherò mai, sulle rive del fiume mi sentivo come Conrad in “Cuore di Tenebra”»), da autentico pioniere in Cina con il gemellaggio promosso nel 2008 tra il Gradenigo e l’ospedale universitario di Wuhan, da docente tra i banchi dell’università e le corsie dell’ospedale. Sempre avendo come principale riferimento le persone e il territorio: «Negli anni, il paziente di Pronto soccorso è diventato sempre più fragile e, oltre che delle nostre cure, ha bisogno di una rete socio-sanitaria che lo aiuti a superare la malattia». Parole e cura del dottor Giorgio Carbone, medico d’urgenza dell’ospedale Gradenigo.

 

Dottor GIORGIO CARBONE, responsabile Medicina e Chirurgia d’Urgenza