Storie di Cura
«Per gli infermieri, quella dei vaccini è stata un’avventura straordinaria. Non bisogna fare l’errore di pensarlo come un atto tecnico che inizia e finisce con l’inoculazione di un liquido. È invece il risultato di un gioco di squadra, dove tante figure professionali fanno sentire tutti in sicurezza»
Leggi la storia«Ho iniziato nel 1991 nei reparti dell’ospedale in veste di ausiliario, poi ho seguito i corsi di formazione interna e sono diventato un Operatore socio-sanitario. In sala operatoria, chiacchiero molto con i pazienti, faccio la battuta anche più ridicola del mondo e cerco di non farli sentire in ospedale. Provo a metterli a loro agio, scaricando la tensione».
Leggi la storia«Abbiamo lavorato insieme in corsia e ci siamo ritrovati quando l’emergenza si era attenuata. I giovani medici, seduti in cerchio, hanno raccontato e si sono raccontati, nel segno della condivisione e dell’ascolto profondo e reciproco. È il lavoro più bello del mondo, ragazzi non perdete mai questo entusiasmo».
Leggi la storia«Cogliere la parte umana di chi mi sta di fronte è la parte che mi piace di più del mio lavoro. Dedicarsi un po’ di più alla spiegazione e all’ascolto rende il paziente più partecipe e anche più disponibile a fidarsi e a curarsi. Il medico deve essere bravo a inserirsi tra le aspettative e i dubbi del paziente»
Leggi la storia«Allenandomi con mio padre l’ho sempre visto come un atleta: non mi è mai capitato di pensare né alla malattia che ha avuto né a come l’ha affrontata». «Pedalando tra i boschi e correndo sul campo di gioco, mi concentravo e non pensavo più alla malattia: era come se venissi ripulito dai pensieri negativi che, talvolta, mi arrivavano. In questo modo, ti senti vivo e vai oltre il momento di crisi».
Leggi la storia«Per me la cura è accogliere l’altra persona considerandola come tale, rispettandone valori e peculiarità, accompagnandola nel percorso di malattia e di guarigione. Il mestiere di infermiere richiede passione e grande forza di volontà: la voglia di curare gli altri non ti viene così, o ce l’hai o non te la puoi costruire»
Leggi la storiaL”Ospedalino Gradenigo” aprì le sue porte il 29 gennaio 1900 per mano del professor Giuseppe Gradenigo, uno dei pionieri mondiali dell’Otorinolaringoiatria: «È stato il 'Maestro' nel vero senso della parola. Le sue parole sono state per gli alunni un invito alla ricerca della verità».
Leggi la storia«L’operazione è un momento molto delicato, che si porta dietro ansie e paure. In un certo senso, noi anestesisti siamo gli angeli custodi dei pazienti, perché siamo con loro nei momenti in cui sono più fragili e vulnerabili. Li proteggiamo mentre dormono e li salutiamo al risveglio».
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